Mandragola, mandragora
Mandragora autumnalis Bertol.
Velenosa
Campi, incolti, aridi e soleggiati, da 0 a 600 m di altezza.
Radice
Pianta estremamente tossica che contiene un complesso alcaloideo ad azione simile a quella dell’atropina, dello josciamina e della scopolamina, presenti anche nella belladonna (Atropa belladonna) e giusquiamo (Hyoscyamus niger). Moderatamente dosata viene ancora utilizzata come preanestetico e nella cura degli spasmi intestinali e nell’omeopatia come rimedio sedativo nei casi di asma e tosse. La mandragora è stata considerata per millenni una pianta sacra e magica, conosciuta sin dai tempi biblici e costellata di tante leggende e credenze che in parte sono dovute alla forma antropomorfa della sua radice che in alcune iconografie medievali veniva raffigurata con sembianze femminili o maschili. Le credenze popolari le attribuivano virtù afrodisiache capaci di aumentare la fertilità. Da ricordare la famosa commedia burlesca “La mandragola” (1518) di Niccolò Machiavelli, una divertente satira sulle presunte “virtù” della pianta. Era diffusa la credenza secondo cui la mandragora “urlava” nel momento in cui veniva estirpata dal terreno e non lo si poteva fare senza un preciso rituale. Si scavava una buca intorno al colletto della radice, legandolo poi con una corda alla coda di un cane il quale, sollecitato a fuggire, strappava la pianta dal terreno…e moriva. Si dice fosse stata utilizzata anche da Giovanna d’Arco, che, secondo i suoi accusatori, nel suo processo ne portava un mazzetto in seno per avere buona sorte e ricchezze.
Non si utilizza perchè tutta la pianta è estremamente tossica, tossicità dovuta alla presenza di alcaloidi che potrebbero provocare arrossamento del volto, aumento delle pulsazioni cardiache, riso convulso, eccitazione psicomotoria e psichica, offuscamento dei sensi, allucinazioni, delirio, dilatazione della pupilla, nausee, vomito e diarrea.
Decotto
L’intera pianta è velenosa, ma ha proprietà analgesiche talmente importanti da essere utilizzato in passato come anestetico in chirurgia.
Radici: anestetica, allucinogena, sedativa, afrodisiaca.