Bosso o mortella
Buxus sempervirens L.
Medicinale velenosa
In boschi di latifoglie, su rupi e pietraie fino a 800 m di altezza. Oggigiorno comunemente coltivato, altrimenti spontaneo solo su Alpi occidentali e Appennino settentrionale e centrale; assente o poco presente nelle regioni meridionali.
Corteccia (raccolta in primavera o autunno), foglie (in autunno) e giovani getti.
Un tempo il bosso sostituiva il chinino nella terapia antimalarica. Il legno, molto duro, fin dai tempo antichi era impiegato per strumenti musicali a fiato, intarsi, scatole, rubinetti per botti, pezzi degli scacchi. Un tempo il decotto di foglie veniva utilizzato per tingere i capelli ottenendo una colorazione rossiccia. Nel Medioevo, si riteneva che il bosso fosse utile per combattere l’impotenza e che fosse dotato di virtù antidemoniache, magiche e soprannaturali. Più tardi, nel XVII secolo, fu impiegato, sotto forma di decotto, per trattare malattie respiratorie, gotta e febbri in genere. La radice grattugiata, unita a un rosso d’uovo, era presa come diaforetico per curare i reumatismi. Inoltre, le foglie erano usate per profumare la birra. Ricerche recenti (2004) hanno dimostrato un potenziale uso della buxina nel trattamento del morbo di Alzheimer.
Polvere di foglie: 2-4 g per dose, 2-3 volte al giorno con marmellata o miele, contro le febbri intermittenti. Infuso di foglie: 4 g in 100 ml di acqua. Dose: 3-4 tazzine al giorno (come diaforetico o febbrifugo). Decotto di corteccia: 4 g in 100 ml di acqua. Dose: a bicchierini, contro gotta e reumatismi. Decotto di foglie: 4 g in 100 ml di acqua. Dose: 4-5 tazzine al giorno (come diaforetico). Oleolito: macerare foglie fresche in olio d’oliva per circa tre settimane. Nella medicina popolare veniva utilizzato come antitumorale e applicato topicamente sulla zona malata. Macerato con giovani getti: macerati in soluzione di acqua, alcol e glicerina. Dose: 30-50 gocce, tre volte al giorno, contro reumatismi, affezioni dolorose in genere, artrite reumatoide, morbo di Dupuytren, gotta e iperuricemia. Tintura madre: 4 g al giorno, come febbrifugo e diuretico; 25 gocce prima dei pasti, come colagogo. PRECAUZIONI: Assunto in dosi eccessive può risultare molto pericoloso per il potere tossico della buxina (alcaloide), provocando gastroenterite, vomito, diarrea, vertigine, abbassamento della pressione arteriosa, fino alla tetanizzazione dei muscoli.
Polvere, infuso, decotto, tintura, macerato glicerico.
Febbri ricorrenti, reumatismi, affezioni dolorose, gotta, iperuricemia.
Corteccia: depurativa, diaforetica, colagoga. Foglie: febbrifuga, antireumatica, antimalarica, lassativa, colagoga, disinfettante, cicatrizzante. Giovani getti: antiinfiammatoria, antidolorifica, antireumatica.