Calendula
Calendula offiicinalis L.
Medicinale commestibile
Viene coltivata come ornamentale e inselvatichita si trova in campi e vigne, nelle regioni meridionali, tra 0 e 600 m di altezza
Fiori (raccolti da giugno ad agosto) e pianta fiorita (da giugno ad agosto).
Il nome del genere Calendula sarebbe probabilmente un diminutivo del latino “calendae”, ovvero primo giorno del mese, usato anche per indicare il mese stesso: si riferirebbe al fatto che i fiori si aprono al sorgere del sole e si chiudono al calare del sole, segnandone quindi i movimenti come un calendario. Il fiore della pianta, per il suo colore, è stato da sempre dedicato al Sole e quindi considerato sacro.
Polvere di fiori: 2-5 g, tre volte al giorno, come emmenagogo, in dismenorree e amenorree. Infuso (fiori e sommità fiorite): 2-4 g in 100 ml di acqua. Dose: 2-3 tazze al giorno, come colagogo, nei disturbi epatobiliari. Tintura madre: 30-50 gocce, tre volte al giorno, come emmenagogo nelle dismenorree e amenorree, come colecistocinetico nei problemi epatobiliari. Cataplasma per uso esterno: con fiori freschi, da applicare su piaghe e punture di insetti. Decotto di fiori e sommità fiorite (uso esterno): 5-10 g in 100 ml di acqua, per impacchi su ferite, piaghe, punture di insetti e infiammazioni genitali. Oleolito (uso esterno): olio essenziale di calendula, 5-10 g, con 100 g di olio di mandorle, per applicazioni su ustioni, eczemi, ferite, punture di insetti.
Polvere, tintura madre, olio essenziale, cataplasma, decotto, oleolito.
Uso interno: dismenorree, amenorree, disturbi epatobiliari. Uso esterno: ustioni, eczemi, ferite, punture di insetti, infiammazioni genitali, piaghe.
Digestiva, colagoga, bechica, espettorante, diaforetica, ipotensiva, antispastica, emmenagoga, antinfiammatoria, decongestionante.