Ciclamino
Cyclamen purpurascens Mill.
Velenosa
Nei boschi, soprattutto faggete, fino a 1900 m di altezza.
Radice (tubero, raccolto in autunno)
Nell’antichità si riteneva avesse poteri magici, veniva usato per eccitare l’amore e la sensualità per allontanare i malefici e contro il morso dei serpenti. Secondo Plinio il Vecchio era buona abitudine piantare ciclamini nei giardini e negli orti perché fungessero da amuleto, impedendo alle forze malefiche di agire. Inoltre, ai tempi di Plinio, alcune popolazioni avvelenavano le frecce col succo del tubero del ciclamino. Ricercato dai maiali, che se ne cibano, da cui il nome di “pan porcino”, il ciclamino è tossico per i pesci e per questo era utilizzato nella pesca. Durante le epidemie di vaiolo del XVII secolo, dai bulbi freschi di ciclamino si estraeva un olio che applicato sulla pelle impediva alla malattia di sfigurare la persona ammalata.
Polvere del tubero: 1 g per dose, come antielmintico e purgante. Tintura madre: (dal tubero) 1/10. Dose: 10 gocce al giorno, contro emicrania, mal di denti, nevralgie, amenorrea, dismenorrea. PRECAUZIONI: quantità elevate possono provocare gastrite, crampi, ipersecrezione salivare, emoglobinuria, e a dosi estreme di può arrivare alla paralisi dei centri nervosi. La tossicità è dovuta alla presenza di ciclamina, di cui è ricco il tubero, una saponina molto tossica per l’uomo.
Polvere, tintura madre.
Diarrea, disturbi intestinali, stipsi, diabete, bronchite, tosse.
Emicrania, mal di denti, nevralgie, amenorrea, dismenorrea, edemi.